Io e il Papu
Arcadio ha undici anni e non parla da due. Da quella sera dell'attentato in cui la mamma è rimasta ferita a un braccio. Quando il Papa riceve la sua lettera, diversa dalle altre perché non ci sono parole ma solo figurine di calciatori, non ha dubbi: questo bambino sta soffrendo, e lui deve aiutarlo. Anche se è la Settimana Santa, anche se la sua agenda è piena di impegni. Sotto gli occhi increduli delle guardie e degli alti prelati, Francesco si toglie l'abito talare e si getta nella sua personale missione: liberare il bambino dall'armadio di paure in cui è rinchiuso. E la chiave la trova proprio nelle figurine dei calciatori, di cui Arcadio è appassionatissimo. Quei cognomi, Basta, Lasagna, Parolo, Totti, compongono una lingua speciale che fa decollare l'amicizia tra il bambino e Francesco, presto ribattezzato Papu come Alejandro Gomez, il centrocampista argentino dell'Atalanta. Arcadio si fida ogni giorno di più dell'imprevedibile Santo Padre che si comporta come un nonno, gli raccon