L'estate che perdemmo Dio
Ci sono luoghi che sono condanne, che lasciano nelle ossa il peccato dell'origine, come Nacamarina, paese meridionale affacciato sul mare, dove «si vive nel solco di una disgrazia sempre in agguato». E una notte d'agosto la tragedia arriva: il focu, la catastrofe, si abbatte su Laura, Salvatore e sulle figlie Caterina e Margherita, costringendo la famiglia – collusa con la 'ndrangheta per «parentele inevitabili» – a emigrare in Altitalia. Il viaggio verso il Nord è un gesto di amore che sovverte le regole delle loro terre, preteso da Laura a dispetto della volontà del marito e consumato senza parole né spiegazioni, secondo l'antica legge del silenzio. Caterina e Margherita avvertono nondimeno tutta la paura di quella fuga, che non comprendono ma di cui respirano gli effetti, una paura che ha il sapore della pastina col formaggino – la cena della notte del focu, il piatto del lutto. Nell'intercapedine delle parole taciute, ognuno dei quattro tenta di ricucire lo strappo, ognuno ha una p